Dall’inizio della pandemia di COVID-19, il rapporto degli anziani con il virus ha subito significative trasformazioni. Se nei primi anni prevalevano sentimenti di terrore, ansia e isolamento sociale, oggi, nel 2025, la situazione appare diversa.
Inizialmente, molti over 65 hanno ridotto drasticamente la loro vita sociale per timore del contagio, con una forte paura di infettare o essere infettati dai propri cari. Oggi, grazie alle campagne vaccinali e a una maggiore conoscenza del virus, molti anziani hanno ripreso gradualmente le loro attività sociali, pur mantenendo alcune precauzioni.
Durante le prime fasi della pandemia di COVID-19, il sistema sanitario italiano ha dovuto affrontare una crisi senza precedenti, con ospedali sovraccarichi, personale sanitario sotto pressione e una gestione emergenziale che ha inevitabilmente avuto conseguenze significative sull’accesso alle cure per la popolazione anziana.
Secondo i dati raccolti da Senior Italia FederAnziani, il 55,7% degli over 65 ha segnalato difficoltà nell’accesso alle cure mediche, con ritardi o cancellazioni di visite specialistiche, esami diagnostici e interventi programmati. Molti anziani affetti da patologie croniche, come malattie cardiovascolari, diabete o patologie oncologiche, hanno subito un peggioramento del loro stato di salute a causa della mancanza di controlli periodici. Inoltre, le RSA e le case di riposo hanno vissuto momenti di forte isolamento, con visite vietate o fortemente limitate, creando un ulteriore disagio psicologico per i residenti e le loro famiglie.
Con l’avanzare della pandemia e l’allentamento delle misure restrittive, il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) ha adottato nuove strategie per migliorare la continuità assistenziale per gli anziani. Tra le misure messe in atto vi sono:
Sebbene permangano alcune criticità, queste misure hanno contribuito a ridurre le barriere nell’accesso alle cure per la popolazione anziana, garantendo una maggiore continuità assistenziale e migliorando la qualità della vita di molte persone che avevano subito interruzioni nei loro trattamenti durante le fasi più critiche della pandemia.
In passato, il 72,4% degli anziani riponeva fiducia nelle decisioni delle istituzioni riguardo alla gestione della pandemia, affidandosi principalmente a TV e carta stampata per le informazioni. Oggi, sebbene la fiducia rimanga elevata, si osserva una crescente propensione all’uso di fonti digitali per aggiornamenti sul COVID-19, con un aumento dell’utilizzo di Internet e dei social media tra gli over 65.
La pandemia ha accentuato problemi di ansia, insonnia e depressione tra gli anziani. Con il passare del tempo, sono stati implementati programmi di supporto psicologico dedicati, sia a livello comunitario che attraverso servizi online, contribuendo a migliorare il benessere mentale di questa fascia della popolazione.
In sintesi, sebbene permangano alcune sfide, gli anziani hanno mostrato una notevole capacità di adattamento, affrontando con resilienza le difficoltà legate alla pandemia e integrando nuove abitudini e tecnologie nella loro vita quotidiana.
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