Cambiamenti in arrivo sul tema dei farmaci, ed in particolare sulle confezioni: i dettagli a cui fare attenzione.
Secondo i dati dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), l’Italia è al primo posto per il minor numero di farmaci contraffatti, con solo un 0,1% contro la media mondiale del 6-7%. Ora però, la normativa Ue punta a rendere uguali per tutti i requisiti per il tracciamento dei medicinali. Ecco cosa cambierà, e soprattutto cosa troveranno i cittadini sulle confezioni.

La direttiva europea sulla commercializzazione dei farmaci arriva dunque in Italia – con il decreto legge numero 10 del 6 febbraio 2025 si è adeguata alla normativa Ue 2016/161 sulle nuove caratteristiche di sicurezza per le confezioni e gli imballaggi dei medicinali a uso umano – e vedrà lo smaltimento delle confezioni di farmaci attualmente in commercio con il classico bollino che finora ha garantito prodotti autentici e tracciabili.
Confezioni dei farmaci, cosa cambia e le multe previste
Cosa cambia quindi sulle confezioni dei medicinali? Al fine di garantire che il farmaco che si acquista non sia stato né contraffatto né aperto, è previsto l’inserimento di un nuovo dispositivo: anzitutto ogni medicinale dovrà avere sull’imballaggio un identificativo univoco in un codice a barre bidimensionale (chiamato datamatrix) che stamperanno direttamente i produttori.

Ogni scatola avrà inoltre, un dispositivo antimanomissione che a breve sarà specificato, mentre per alcuni farmaci come quelli da banco, resterà in vigore il bollino che vediamo tuttora sulle confezioni che già normalmente siamo abituati ad acquistare in farmacia. Il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato ha ricordato come “Il sistema di tracciatura dei farmaci in Italia è da sempre uno dei più avanzati e sicuri a livello internazionale, ma il contesto europeo ha richiesto un adeguamento alle norme comunitarie. Oggi, grazie a un grande lavoro di squadra – di cui ringrazio tutti – questo adeguamento è una realtà.
“La collaborazione e la volontà di trovare soluzioni comuni ci hanno permesso di raggiungere l’obiettivo, garantendo sia il rispetto delle scadenze normative sia la tutela della salute dei cittadini italiani e allo stesso tempo preservando la continuità operativa della produzione”, ha concluso Gemmato.
Per assimilare i cambiamenti ed adeguarsi alla nuova normativa europea, sono previsti due anni di tempo, nello specifico fino all’8 febbraio 2027. Importante infatti, è la questione legata alle sanzioni per chi non si adegua alla nuova normativa: tutti coloro che non risponderanno agli standard europei, dalle aziende ai grossisti fino ai titolari, andranno incontro a multe che possono arrivare fino a 140 mila euro.