In arrivo un nuovo taglio sulle pensioni: chi avrà brutte sorprese dalla rivalutazione

Nuovi tagli alle pensioni per gli italiani, stanno arrivando delle brutte sorprese per milioni di italiani.

Il sistema pensionistico italiano è diventato oggetto di dibattiti e riforme. L’invecchiamento della popolazione e la necessità di mantenere la sostenibilità dei conti pubblici hanno portato i governi a introdurre misure di contenimento della spesa previdenziale.

anziano triste, forbici e banconote da 20 euro
In arrivo un nuovo taglio sulle pensioni: chi avrà brutte sorprese dalla rivalutazione

Questo tema sta suscitando numerose polemiche negli ultimi anni, sopratutto per l’impatto che sta avendo sui trattamenti più elevati. L’obiettivo dell’esecutivo è quello di proteggere le pensioni minime e medio-basse, introducendo un sistema di perequazione che ha ridotto l’indicizzazione per gli assegni più alti.

Nei prossimi mesi potrebbero poi arrivare nuovi tagli alle pensioni degli italiani, capiamo quindi chi saranno i pensionati penalizzati dagli ennesimi cambiamenti.

Taglio delle pensioni: cosa cambia e chi viene colpito

Numerosi pensionati sono stati interessati dal taglio delle pensioni, proprio per questo motivo hanno deciso di chiedere la revisione del meccanismo di rivalutazione della pensione. Tuttavia, la decisione della Corte Costituzionale ha confermato la legittimità del taglio delle pensioni.

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Taglio delle pensioni: cosa cambia e chi viene colpito-Senioritalia.it

L’attuale sistema prevede un meccanismo progressivo di indicizzazione, che tutela le pensioni più basse, penalizzando invece gli assegni più elevati. Nel 2025, la rivalutazione seguirà i seguenti criteri:

  • Fino a 4 volte il minimo Inps (2.394,44 euro): indicizzazione al 100% (0,8%);
  • Tra 4 e 5 volte il minimo (fino a 2.993,05 euro): rivalutazione al 90% (0,72%);
  • Oltre 5 volte il minimo (da 2.993,05 euro in su): rivalutazione al 75% (0,6%).

Con questo sistema sono stati risparmiati 37 miliardi di euro tra il 2023 e il 2024. In termini pratici gli effetti sulle pensioni saranno i seguenti:

  • Una pensione di 1.000 euro aumenterà di appena 8 euro al mese;
  • Una pensione di 2.000 euro crescerà di 16 euro;
  • Una pensione di 3.000 euro avrà un incremento calcolato a scaglioni, portando l’aumento totale a 23,51 euro.

Questa frenata della perequazione ha un impatto a dir poco significativo sulle pensioni medio-alte, che saranno interessate da incrementi molto limitati rispetto all’inflazione.

Di fronte a questa situazione, la CGIL ha deciso di esprimere tutta la sua perplessità, andando a denuncia la perdita di potere d’acquisto che interesserà numerosi pensionati in Italia. Il noto sindacato, infatti, ritiene che le pensioni vengano utilizzate come strumento per riequilibrare il bilancio pubblico, andando tuttavia a scapito di chi ha lavorato tutta una vita e ha già contribuito in modo significativo alla crescita del paese.

L’indicizzazione delle pensioni minime andrà invece a portare a un aumento del 2,2%, facendo salire così l’importo baso da 603,40 a 616,67 euro mensili. Un aumento che, senza scomodare il parere degli esperti di economia, è del tutto insufficiente a recuperare la perdita dovuta all’aumento del costo della vita. Il timore condiviso, per il futuro del sistima pensionistico italiano, è che questa misura possa diventare strutturale, andando così ad avere un impatto sempre più marcato sugli assegni pensionistici.

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