Attenzione a questi sintomi quando si parla di mal di testa, ecco quando preoccuparsi quando persiste o mostra queste caratteristiche.
Il mal di testa è un disturbo estremamente comune che colpisce persone di tutte le età, ma ci sono momenti in cui può nascondere qualcosa di più serio rispetto a una semplice tensione o stanchezza.
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Esistono infatti dei campanelli d’allarme che non dovrebbero mai essere ignorati e che richiedono un’attenzione medica immediata. Andiamo a vedere nel dettaglio quali sono.
Mal di testa, attenzione a questi sintomi: quando preoccuparsi
Uno dei primi segnali a cui prestare attenzione è l’intensità del dolore. Se si sperimenta il “peggior mal di testa della propria vita”, o se il dolore è così forte da impedire lo svolgimento delle normali attività quotidiane, è fondamentale consultare un medico senza indugi. Anche i mal di testa persistenti, che durano per più giorni e non trovano sollievo nell’uso degli analgesici abituali, possono essere motivo di preoccupazione. La presenza concomitante di febbre molto alta o sintomi neurologici quali disturbi visivi, difficoltà nell’eloquio o debolezza agli arti indica la necessità di una valutazione medica urgente.
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Allo stesso modo, se si nota un aumento improvviso nella frequenza e nella durata degli episodi dolorosi rispetto al passato, è importante cercare assistenza. Particolari condizioni come il manifestarsi del dolore durante la notte (mal di testa notturno), l’esordio intenso in soggetti oltre i 40 anni o la persistenza in gravidanza sono tutti fattori che richiedono una valutazione approfondita. Inoltre, chi ha subito recentemente forti traumi cranici dovrebbe rivolgersi immediatamente al pronto soccorso.
Le cefalee possono essere classificate in primarie e secondarie: mentre le prime rappresentano una patologia a sé stante senza cause organiche evidenti alle spalle (come nel caso dell’emicrania), le cefalee secondarie sono quelle causate da altre condizioni mediche (ad esempio febbre alta, sinusite o tumori cerebrali). La sede del dolore può variare ampiamente così come l’intensità e la durata dello stesso; spesso si accompagnano anche sintomi collaterali quali nausea, vomito e fotofobia.
Diversi fattori possono aumentare il rischio di sviluppare mal di testa: dalla predisposizione genetica alle condizioni infiammatorie/infettive/autoimmuni fino ad arrivare ai fattori esogeni come alcuni alimenti specifici, fumo ed alcol.
Conoscere questi elementi può aiutare nella prevenzione delle cefalee ricorrenti. Nonostante la prevalenza elevata del disturbo nella popolazione generale – secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità oltre il 50% delle persone ha avuto almeno un episodio nell’ultimo anno – moltissimi tendono ad auto-medicarsi senza consultare un professionista sanitario. Tuttavia, quando i campanelli d’allarme sopra citati suonano è cruciale non sottovalutarli.
Per quanto riguarda i rimedi disponibili per chi soffre frequentemente di mal di testa, tenere un “diario della cefalea” può rivelarsi utile per identificare eventuali trigger specifici. In alcuni casi potrebbe non essere necessaria alcuna terapia farmacologica specifica. Tuttavia quando i sintomi persistono o peggiorano nel tempo diventa indispensabile rivolgersi a uno specialista per valutazioni più approfondite ed eventualmente avviare trattamenti mirati sia farmacologici sia preventivi – come l’assunzione regolare d’integratori a base di magnesio consigliata dall’American Migraine Foundation per ridurre frequenza ed intensità degli attacchi emicranici.