Pensioni, quanto perdi se vuoi andarci in anticipo? Attenzione a questi calcoli prima di decidere: chi rischia di più.
Andare in pensione prima dei 67 anni, l’età richiesta dalla pensione di vecchiaia, è un’opzione che molti lavoratori prendono in considerazione, spinti dal desiderio di godersi un meritato riposo dopo anni di duro lavoro.
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Tuttavia, questa decisione non è priva di conseguenze economiche significative, legate al sistema di calcolo dell’assegno pensionistico adottato dall’Inps. È quindi fondamentale essere ben informati sulle implicazioni di tale scelta.
Pensioni, quanto perdi se ci vai in anticipo
Per chi decide di anticipare il momento del pensionamento, è cruciale comprendere che l’importo della pensione subirà una riduzione. Questo avviene perché il sistema contributivo, in vigore per i periodi lavorativi successivi all’1 gennaio 1996, prevede un meccanismo penalizzante per chi va in pensione prima del tempo previsto. La nostra analisi si focalizza sui diversi scenari possibili per un lavoratore che opta per l’anticipo pensionistico e su come questa scelta influisca sull’importo della futura pensione.
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Prendendo come esempio un lavoratore che ha raggiunto il requisito contributivo necessario per la pensione anticipata, ossia 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, si nota che questa opzione permette l’accesso alla pensione a qualsiasi età senza limitazioni anagrafiche. A differenza di altre misure come Quota 103 o Opzione Donna, l’anticipazione non prevede penalizzazioni specifiche all’uscita. Tuttavia, l’assegno finale risulterà comunque inferiore rispetto a quello ottenibile attendendo i 67 anni.
Il calcolo dell’assegno pensionistico avviene attraverso due sistemi: il retributivo, per i periodi fino al 31 dicembre 1995, e il contributivo, per i periodi successivi. Per chi ha contributi nel sistema retributivo, come nel caso del nostro lettore con dieci anni di contributi, non vi sono penalizzazioni significative. Diversamente, il sistema contributivo prevede una penalizzazione implicita, data dal coefficiente di trasformazione utilizzato per convertire il montante accumulato in assegno mensile.
Analizzando i coefficienti attuali, possiamo stimare l’impatto economico dell’anticipo pensionistico:
- Andare in pensione a 64 anni comporterebbe una perdita annua sull’assegno di 1.300 euro.
- Attendendo fino ai 65 anni, la perdita si ridurrebbe a 895 euro, grazie a un coefficiente più favorevole.
- A 66 anni, la diminuzione ulteriore sarebbe di 462,50 euro, avvicinandosi così all’importo pieno disponibile ai 67 anni.
Questo esempio evidenzia come ogni anno d’anticipo nella decisione di andare in pensione influisca significativamente sull’entità dell’assegno finale. La scelta di anticipare il pensionamento deve quindi essere ponderata attentamente, valutando sia le proprie necessità personali sia le implicazioni economiche derivanti dall’applicazione dei diversi sistemi e coefficienti previsti dalla normativa vigente sulla previdenza sociale.