Pensioni, si alza l’età: chi ci va a 68 anni e chi dovrà aspettare i 70

Cattive notizie per le pensioni, l’età si alza ulteriormente. Quali lavoratori potranno smettere di lavorare a 68 anni e quali a 70.

Ormai i pensionati e i futuri tali lo sanno benissimo: il sistema previdenziale italiano è in continua evoluzioni, con periodici adeguamenti riguardanti l’età pensionabile in relazione all’aumento dell’aspettativa di vita.

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Pensioni, si alza l’età: chi ci va a 68 anni e chi dovrà aspettare i 70 (senioritalia.it)

Per i prossimi anni per alcuni lavoratori si prospetta un aumento dell’età pensionabile a 68 anni, tuttavia questi possono considerarsi fortunati. Molti altri lavoratori, infatti, dovranno lavorare fino all’età di 70 anni. Scopriamo quindi come e per chi cambierà il sistema pensionistico italiano nei prossimi anni, con una proiezione fino a 15 anni.

Pensione a 68 anni: quando sarà introdotta

L’adeguamento dell’età pensionabile in relazione alle aspettative di vita dei cittadini è un meccanismo che è stato introdotto per poter garanti la sostenibilità del sistema previdenziale nel lungo periodo. Le ultime stime della Ragioneria dello Stato prevedono che tra 15 anni saranno necessari ben 68 anni e un mese per poter andare finalmente in pensione. Ciò significa che, conseguentemente, che l’età per la pensione di vecchiaia aumenterà di 13 mesi.

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Pensione a 68 anni: quando sarà introdotta(senioritalia.it)

Questi cambiamenti interesseranno anche la pensione anticipata, questa potrebbe infatti richiedere un numero maggiore di anni di contributi. Si stima che nel 2040, potrebbero essere necessari 43 anni e 11 mesi di contributi per gli uomini e 42 anni 2 11 mesi di contributi per le donne, indipendentemente dall’età dei lavoratori.

Non tutti i dipendenti potranno tuttavia smettere di lavorare al compimento di 68 anni e 1 mese di vita, per molti infatti, si prevede un prolungamento dell’età pensionabile fino a 70 anni.

Questa opzione è già stata prevista nella Legge di Bilancio 2025 ed’è un escamotage per consentire alle pubbliche amministrazioni di tenere in servizio i dipendenti più esperti e competenti. In questo modo, si preserva i loro know-how che potrà poi essere trasferito ai nuovi assunti.

Tuttavia, fino al 31 dicembre 2026 l’età pensionabile rimane congelata. Almeno fino al 1 gennaio 2027, quando è previsto un aumento di tre mesi dei requisiti per il pensionamento. Tale adeguamento è soggetto a un decreto del Ministero dell’Economia e delle Fiananze arrivato in concerto con il Ministero del Lavoro.

Questa non sarà tuttavia l’unica modifica che verrà effettuata nel 2027 nell’ambito lavorativo. Il Governo sta infatti valutando la possibilità di sterilizzare gli aumenti previsti proprio per il 2027, con un decreto o una legge apposita. Come detto, si tratta di una decisione ancora in fase di discussione, dunque nei prossimi mesi è possibile che sia soggetta a un’ulteriore revisione.

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