La pressione arteriosa negli anziani fornisce indicazioni ben precise sullo stato di salute: quali sono i valori ideali e cosa succede se vengono superati.
Lo stato di salute deve essere costantemente monitorato quando si raggiunge la terza età. Uno dei segnali più importanti che forniscono informazioni dettagliate sulla salute cardiovascolare è la pressione arteriosa. Definita anche come PA, è la forza con la quale il flusso del sangue spinge sulle pareti vascolari.
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É un valore fondamentale in qualunque periodo della vita, ma lo diventa ancor di più quando si superano i 60 anni. Una piccola variazione della dimensione del cuore e la scarsa e l’elasticità ridotta delle pareti, intervengono in questa fase provocando conseguenze anche gravi sul benessere dell’organismo.
Dai semplici svenimenti alle vertigini, fino nei casi peggiori, a ictus e infarti. L’attività motoria costante può sicuramente favorire il mantenimento di una pressione nella media, ma il controllo regolare effettuato da un medico non dovrà mai mancare. Nonostante la possibilità di svolgere questo piccolo esame anche a casa propria, la presenza dell’esperto consentirà di ottenere un parere immediato su eventuali anomalie.
La misurazione avviene grazie allo sfigmomanometro, strumento manuale o elettronico il cui manicotto contiene una camera ad aria, che viene fissata sul bicipite. Il rigonfiamento sulla sacca che crea una pressione sull’arteria branchiale, ferma il flusso del sangue per poi essere rilasciato e rivelare i valori minimi e massimi di pressione. Proprio questi dovrebbero restare entro dei limiti ben precisi.
Valori minimi e massimi della pressione: rischi e rimedi
I rischi reali per la salute si presentano nel caso in cui la pressione dovesse essere inferiore o superiore ad un livello medio considerato nella norma. Insorge la possibilità di sfociare nell’ipotensione se il valore non raggiunge i 110/70 mmHg. Al contrario, se questa supera i 140/85 mmHg e si mantiene alta, si parlerà di ipertensione.
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In quest’ultimo caso i pericoli sono legati al funzionamento del cuore, con la possibilità di angina pectoris, infarto e insufficienza cardiaca. Anche il cervello può subire le conseguenze dell’ipertensione, come nei casi in cui si verificano ictus cerebrali. Meno pericolosa è l’ipotensione, che si manifesta comunemente con un senso di debolezza e svenimenti.
Per ottenere dati certi, la misurazione dovrà essere ripetuta più volte in una seduta o durante la giornata, poiché i valori potrebbero risultare sbalzati dallo stato di ansia. Nel caso di ipotensione e ipertensione, un intervento immediato può avvenire attraverso l’alimentazione. L’esperto rimodulerà la dieta affinché diventi sana ed equilibrata e garantisca all’anziano tutti i nutrienti di cui ha bisogno per il suo caso specifico.
Nel caso di ipertensione, verrà consigliata un’importante modifica dello stile di vita, a partire dall’inserimento di una regolare attività fisica e dell’eliminazione del fumo. Qualora questa nuova routine non dovesse sortire gli effetti sperati, risulterà necessario l’intervento farmacologico, a base di antipertensivi, stabilito sulle esigenze del paziente.