Cosa dice la giurisprudenza sul diritto dei lavoratori a rifiutare il lavoro nei giorni festivi e quali sono le possibili conseguenze legali.
Da anni ormai, si dibatte sul tema del lavoro nei giorni festivi e dello straordinario. Si pensi a tutta la discussione in merito all’apertura dei supermercati la domenica o nei giorni di festa.
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Molti dipendenti si trovano a dover scegliere tra la salvaguardia della propria vita privata e le richieste dei datori di lavoro. Spesso sono gli stessi dipendenti e le stesse aziende a non avere ben chiara la normativa vigente in merito a questa delicata questione.
In particolar modo il dubbio sorge su un cavillo: il datore di lavoro può licenziare il dipendente che si rifiuti di lavorare in un giorno festivo? La Legge in merito è molto chiara e ha delineato le eccezioni e le casistiche in cui il rifiuto di un dipendente è legittimo.
Rifiutarsi di lavorare nei giorni festivi: cosa dice la legge
La giurisprudenza in merito al diritto dei lavoratori di rifiutarsi di lavorare in un giorno festivo è più che mai chiara. La Corte di Cassazione si è espressa sul tema con la sentenza 18887/2919, ribadendo il diritto del lavoratore di godere delle festività civili e religiose infrasettimanali, così come stabilito dalla legge n.260/1949 e dalla legge n. 54/1977.
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Da parte dell’azienda, quindi, non vi può essere l’imposizione unilaterale ai propri dipendenti di lavorare in un giorno di festa. Si rende quindi necessario un accordo tra le parti.
L’unica eccezione riguarda il personale di istituzioni sanitarie, pubbliche e private, che può, al contrario, essere obbligato a lavorare nei giorni festivi qualora le esigenze di servizio non consentano il riposo. Tuttavia, è bene differenziare la domenica dalle altre festività, si tratta infatti di un giorno festivo regolato da norme differenti.
Per quanto riguarda la fattispecie del lavoro straordinario entrano in campo leggi diverse rispetto a quelle che regolano il lavoro festivo. Il lavoro straordinario viene infatti disciplinato dal D.Lgs. 66/2003, il quale stabilisce che il ricorso a esso vada contenuto e regolato da contratti collettivi nazionali.
Qualora la disciplina collettiva sia assente, il lavoro straordinario può essere richiesto solo con l’accordo tra datare di lavoro e dipendente, rispettando il limite massimo di 250 ore annuali. In talune eccezioni, tuttavia, questo limite può essere superato:
- In occasione di eventi speciali come fiere e manifestazioni collegate all’attività produttiva
- Situazioni di forza maggiore o pericolo grave immediato
- Necessità tecnico-produttive straordinarie
Il lavoratore può rifiutare il lavoro straordinario in alcuni casi previsti dalla legge:
- Dal CCNL è previsto che gli straordinari siano volontari
- Sono state superate le 250 ore
- Sussistono motivi comprovati e giustificati
- Il datore agisce in maniera non consona e non conforme alla buona fede
- Il lavoratore è uno studente (art 10. legge 300/1970)