In pochi lo sanno ma si pagano delle imposte sui Buoni Fruttiferi Postali delle Poste: ecco quali sono e come calcolarle.
I Buoni Fruttiferi Postali (Bfp) sono da tempo una delle opzioni più sicure e affidabili per gli italiani che desiderano investire i propri risparmi.

La loro garanzia al 100% dallo Stato e l’emissione tramite Cassa Depositi e Prestiti li rendono strumenti finanziari particolarmente attraenti. Nonostante ciò, è importante ricordare che anche i Bfp sono soggetti a tassazione, e con l’avvicinarsi del 2025, si prevedono importanti novità in questo ambito.
Quali tasse si devono pagare sui Buoni Fruttiferi Postali
La normativa che regola la tassazione dei Bfp è il Decreto legislativo n.239/1996, il quale stabilisce un’imposta sostitutiva del 12,50% sugli interessi maturati. Questo significa che da un rendimento lordo annuo del 3%, si otterrà un rendimento netto del 2,625%, dopo la detrazione dell’imposta. Un vantaggio significativo dei Bfp è che l’imposta sostitutiva non incide sul capitale iniziale, rendendoli più vantaggiosi rispetto ad altri strumenti finanziari che possono avere un’aliquota fino al 26%.

Oltre all’imposta sui rendimenti, vi è l’imposta di bollo dello 0,2% per investimenti superiori a 5.000 euro, calcolata sul valore totale dei buoni posseduti alla fine dell’anno o alla chiusura del rapporto. Una delle novità più rilevanti per il 2025 è l’esclusione dei Bfp dal calcolo dell’ISEE, una misura che favorirà molte famiglie italiane nell’accesso a agevolazioni e prestazioni sociali.
Per alcune categorie di contribuenti, come i residenti all’estero in stati con adeguato scambio informativo con l’Italia, è prevista una completa esenzione dall’imposta sostitutiva sugli interessi. Questo regime speciale, definito dalla normativa e chiarito attraverso interpelli specifici dall’Agenzia delle Entrate, offre un ulteriore incentivo all’investimento in Bfp. Inoltre, è importante sottolineare che i Bfp sono esenti dall’imposta di successione. In caso di decesso del titolare, gli eredi possono richiederne il rimborso senza doverli includere nell’attivo ereditario.
Comprendere la tassazione applicabile ai Buoni Fruttiferi Postali è essenziale per valutare la loro convenienza come forma d’investimento. Le agevolazioni fiscali e le novità previste per il futuro, come l’esclusione dal calcolo dell’ISEE, confermano i Bfp come una scelta solida per chi cerca di proteggere i propri risparmi con la sicurezza offerta dallo Stato italiano. Se hai qualsiasi tipo di dubbio chiedi ovviamente al Caf o al tuo commercialista che gestisce la parte legata alle tasse e a tutto quello che ruota attorno.