Notizia importante per chi ha debiti: arriva la rottamazione locale delle cartelle esattoriali, cosa cambia e come funziona.
Una cartella esattoriale è una comunicazione formale inviata dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione per richiedere il pagamento di debiti fiscali o contributivi non saldati, entro un termine specificato, pena azioni esecutive. Esistono però dei modi per evitare di pagare queste cartelle, ed uno di questi è rappresentato dalle cosiddette sanatorie.

Ci sono delle novità per quanto riguarda il prossimo decreto di riforma fiscale, che rimanda a Comuni e Regioni la possibilità di prevedere direttamente, ed entro determinati limiti, la definizione agevolata in attuazione dell’autonomia di cui gli enti stessi godono nella gestione dei tributi.
Cartelle esattoriali, le novità
La rottamazione delle cartelle esattoriali è una misura già adottata a livello statale per agevolare la riscossione e offrire ai contribuenti la possibilità di sanare i propri debiti pagando solo il capitale (con cancellazione di interessi, sanzioni e aggio), ed è destinata ora a subire un’importante evoluzione.
Attualmente, gli enti locali non possono autonomamente approvare rottamazioni in assenza di specifiche leggi statali. Tuttavia, la prossima riforma tributaria introduce significative modifiche in tal senso: tra gli obiettivi primari della riforma vi è la promozione del versamento spontaneo dei tributi, e a questo scopo si prevede l’introduzione di meccanismi di “condono locale”. Ciò significa che anche a livello comunale e regionale sarà possibile rivedere i rapporti con il Fisco, offrendo nuove opportunità ai contribuenti.

I dati IFEL evidenziano criticità nella riscossione dei tributi locali, con percentuali significative di IMU, TARI e multe non pagate. Proprio per affrontare questa situazione, la bozza di decreto in discussione prevede che gli enti locali possano adottare autonomamente misure di definizione agevolata, una sorta di “rottamazione locale”. I sindaci avrebbero la facoltà di ridurre o annullare interessi e sanzioni per i debiti tributari di competenza dell’ente, a condizione che i contribuenti adempiano agli obblighi pregressi entro un termine stabilito, non inferiore a sessanta giorni dalla pubblicazione dell’atto sul sito istituzionale.
Al fine di incentivare ulteriormente il pagamento spontaneo, la bozza di decreto prevede la possibilità per gli enti locali di introdurre, tramite regolamento, una riduzione del 5% (fino a un massimo di 1.000 euro) sulle entrate locali per i debitori che autorizzano l’addebito diretto sul proprio conto corrente per il pagamento dei tributi. Questo meccanismo garantirebbe all’ente locale l’incasso in tempi rapidi e offrirebbe al cittadino un vantaggio economico e la semplificazione della procedura di pagamento.
La definizione agevolata potrà riguardare i tributi disciplinati e gestiti dagli enti territoriali, con l’esclusione di IRAP, compartecipazioni e addizionali a tributi erariali. Parallelamente a queste misure a favore dei contribuenti, la riforma prevede anche un inasprimento delle procedure di riscossione per chi non si mette in regola. In particolare, i termini per l’avvio delle azioni esecutive in caso di mancato pagamento di IMU, TARI e altri tributi locali saranno ridotti da 180 a 60 giorni, consentendo ai Comuni di agire più rapidamente nei confronti dei morosi.