Il Parkinson è una malattia molto diffusa, individuarne i sintomi in modo precoce è importantissimo perchè aiuta a migliorare la qualità della vita.
Il morbo Parkinson è una di quelle malattie che arriva senza fare troppo clamore, eppure inizia dai primi sintomi a cambiare la vita di chi ne viene colpito. Sono milioni le persone al mondo che soffrono di questa patologia che per molti aspetti rimane ancora un mistero.

Quando il Parkinson avanza il primo a risentirne è il cervello, alcune aree smettono di produrre dopamina e di conseguenza il corpo umano, la macchina perfetta, inizia ad andare in sofferenza e lancia i primi segnali d’allarme, che tra l’altro non si notano subito.
Parkinson i primi segnali: quando il corpo inizia a parlare in silenzio
I sintomi iniziali del Parkinson sono lievi, quasi come un sussurro. Un tremore che viene e va, una rigidità confondibile con la stanchezza, un’espressione facciale che diventa più seria senza un motivo apparente. Chi penserebbe mai che questi piccoli cambiamenti possano essere i primi passi di un lungo viaggio?

Eppure è importante intervenire tempestivamente e quindi certi sintomi andrebbero approfonditi con un medico. Iniziamo dal tremore: una mano che trema quando è ferma, come se avesse freddo, a seguire la rigidità: i muscoli che diventano rigidi, rendendo ogni movimento più faticoso e poi l’ipomimia: il viso che perde quella vivacità che una volta lo rendeva così espressivo, come se le emozioni si fossero affievolite e l’anosmia: un olfatto che lentamente scompare, lasciando un mondo di profumi che non possiamo più percepire, per finire la micrografia: una scrittura che diventa piccola, quasi illegibile, un altro segno che qualcosa sta cambiando dentro di noi e quella stanchezza che non passa mai, quella sensazione di malinconia che sembra avvolgerti senza una ragione chiara. Questi sono i segnali che il corpo ci manda, come un messaggio che dobbiamo imparare a cogliere.
La scienza sta facendo enormi progressi, ma il Parkinson è ancora un enigma complesso. E’ una malattia che implica una serie di fattori genetici e ambientali, che rendono difficile avere una panoramica chiara e completa.
La diagnosi precoce è la chiave, sebbene non esista una cura definitiva, questa aiuta a migliorare la qualità della vita. I farmaci insieme alla fisioterapia e al supporto psicologico e a quello delle persone care, permette al malato di continuare a vivere una vita piena e significativa. Ma ancora più importante è la consapevolezza che, anche di fronte alle difficoltà, esiste sempre la possibilità di adattarsi, di trovare nuove routine e di riscoprire la forza che spesso non sapevamo nemmeno di avere.
Il Parkinson può cambiare il modo in cui ti muovi, ma non può definire chi sei.