Pensione, è vero che non posso prendere lo stesso importo dell’ultimo stipendio? Non sempre, ecco come fare

Come fare per andare in pensione e riuscire a prendere ogni mese l’importo dell’ultimo stipendio? È più semplice di quello che pensi.

Il momento della pensione è un traguardo atteso da molti, tuttavia è impossibile nascondere il timore di un cambiamento a livello del tenore di vita. Tuttavia, per molti pensionati, esiste la possibilità di ricevere un assegno pensionistico del medesimo importo dell’ultimo stipendio. Quando si va in pensione, infatti, è necessario fare i conti con il tasso di sostituzione, ovvero la differenza tra l’ultimo stipendio e la cifra che verrà poi elargita mensilmente dall’INPS.

Signore anziano sorridente
Pensione, è vero che non posso prendere lo stesso importo dell’ultimo stipendio? Non sempre, ecco come fare (senioritalia.it)

In molti casi, l’assegno è più basso rispetto allo stipendio e questo significa avere una retribuzione minore rispetto a quella a cui si era abituati, andando così a incidere fortemente sul proprio tenore di vita. Ad aggravare ulteriormente la situazione dei pensionati in Italia ci ha penato l’introduzione del calcolo contributivo della pensione. Questo viene applicato ai periodi contributivi successivi al 1 gennaio 1996 e per coloro che, al 31 dicembre 1995 avevano maturato almeno 18 anni di contributi, dal 2012 si è passati al sistema contributivo, determinando una netta decurtazione degli assegni.

Come ottenere l’assegno pensionistico pari all’ultimo stipendio

Tuttavia, andare in pensione non significa necessariamente una perdita economica. Innanzitutto è bene considerare che sulla pensione lorda, per quanto significativamente inferiore allo stipendio lordo, non si pagano i contributi. Dunque la pensione netta è più vantaggiosa rispetto alla retribuzione netta. Non per questo, fa meno gola la possibilità di ottenere una pensione pari all’ultimo stipendio.

Soldi e sagome di due persone anziane
Come ottenere l’assegno pensionistico pari all’ultimo stipendio (senioritalia.it)

Il calcolo contributivo, infatti, si basa su una quota annua di contributi (pari al 33% dello stipendio complessivo) che viene rivalutata periodicamente sulla base dell’inflazione. L’importo così maturato, viene poi trasformato in pensione tramite quello che viene definito coefficiente di trasformazione che aumenta in base all’età. Dunque, più anni di lavoro si hanno alle spalle e più si è avanti con l’età al momento della pensione, maggiore darà il coefficiente di trasformazione e, di conseguenza, maggiore sarà l’importo dell’assegno pensionistico.

Per questo motivo, se l’obiettivo è quello di ottenere un importo pensionistico simile o uguale all’ultimo stipendio ricevuto, è necessario lavorare più a lungo possibile, evitando quindi la pensione anticipata e proseguire – se il fisico lo consente – fino a 70 anni. In questo modo si può sfruttare coefficiente di trasformazione più favorevole (6,258%).

In alternativa, è opportuno aderire a un fondo pensione complementare che aiuta ad accumulare un capitale aggiuntivo, andando poi a compensare la differenza tra assegno pensionistico e stipendio.

Gestione cookie