I dati di uno studio recente riferiscono che l’ansia tecnologica è un fenomeno sempre più diffuso, soprattutto nelle generazioni più giovani: di cosa si tratta e come fare a contrastarla.
Non serve certo uno studio per indicare in che modo la tecnologia abbia influito sulle abitudini della società e come sia diventata ormai essenziale per portare avanti la propria vita sotto ogni ambito. Poter svolgere qualsiasi attività grazie all’ausilio degli smartphone è sicuramente un vantaggio, riduce i tempi e migliora la qualità della nostra vita, ma cosa succede se il tempo guadagnato viene totalmente assorbito dai telefoni.

Recenti studi hanno dimostrato come la capacità di concentrazione al giorno d’oggi sia in media di 47 secondi, un tempo limitatissimo che rende complesso applicarsi nello studio e in compiti che richiedono una maggiore capacità di concentrazione. Tali studi dimostrano anche come questa difficoltà si configura anche in una perdita media di 10 punti di quoziente intellettivo rispetto al passato, un danno superiore a quello fatto dal consumo assiduo di marijuana.
All’abuso dei device tecnologici sono collegati anche disturbi psicologici come l’aumento dell’insicurezza e della depressione, dovuti più che altro al costante confronto sui social, ma anche una crescente voglia di isolarsi dal mondo e ovviamente la Fomo (dovuta alla paura di essere tagliato fuori in qualsiasi momento).
Cresce l’ansia tecnologica: cos’è e perché colpisce i più giovani
Se le generazioni che hanno vissuto il balzo tecnologico da adulti hanno trovato in questo mondo una piacevole parentesi da quello reale e uno strumento in più con cui distaccarsi dalla quotidianità, le generazioni che sono cresciute durante il boom tecnologico e quelle che sono nate successivamente hanno trovato nel web un estensione del proprio mondo, una realtà parallela in cui potersi rifugiare e al contempo poter coltivare la propria vita.

Sul web però si corre veloce, ciò che va di moda un giorno risulta passato quello seguente e i giovani sentono questo bisogno costante, quasi una necessità, di non perdere nemmeno un mutamento, un qualcosa che li fa sentire tagliati fuori dal contesto e a disagio con gli altri.
Da qui nasce l’ansia tecnologica, che non è altro che la paura che lo smartphone possa scaricarsi e lasciarli tagliati fuori dal web. Uno studio condotto in America da Talker Research su un campione di 2000 persone di varie fasce d’età ha mostrato che i componenti della generazione Z (i più giovani) cominciano ad entrare in ansia quando la batteria raggiunge il 44%.
I dati sui millennials (in ansia al 43% della carica) sono molto simili, mentre calano con la generazione X (38%) e i baby boomers (34%). L’ansia diventa addirittura preoccupazione quando la carica scende sotto il 20% per il 34% degli intervistati, ma c’è chi comincia a sentirsi preoccupato quando la carica scende sotto la metà (il 20%) e addirittura chi si preoccupa prima che raggiunga la metà (il 24%).
I dati raccolti confermano come tra le nuove generazioni c’è una sorta di dipendenza dalla tecnologia e che i più giovani si sentono persi senza avere la possibilità di consultare il proprio smartphone o il sapere di avere la possibilità di farlo.