Non tutti lo sanno, ma si può ottenere l’importo massimo della pensione a 62 anni: come avere un assegno da 2.413,60 euro al mese.
Il tema delle pensioni resta sempre uno dei più caldi e importanti per il Paese, e sono diverse le iniziative, anche in ottica di bonus e sostegni, che il Governo mette in atto per agevolare la categoria dei pensionati.
Per alcune categorie di cittadini, tra cui anche i pensionati in situazioni economiche critiche, restano attive le possibilità di accedere a bonus che permettono di avere degli incentivi economici per aiutare la sussistenza.
In molti si chiedono come funziona il cosiddetto importo massimo della pensione. Per l’anno 2025 è possibile andare in pensione al compimento di almeno 62 anni di età, grazie ad una misura aperta a coloro che entro la fine dell’anno avranno maturato anche 41 anni di contributi versati. Ciò è possibile accedendo alla prestazione della Quota 103.
Con Quota 103 l’importo massimo della pensione ammonta a 2.413,60 euro al mese, mentre il trattamento minimo delle pensioni al momento è pari a 603,40 euro mensili. E’ importante però considerare alcuni vincoli e limitazioni per quanto riguarda questo trattamento, come quello più importante legato all’’importo massimo percepibile: la pensione erogata non può superare 4 volte il trattamento minimo.
Tra le altre limitazioni, ricordiamo che anche coloro che rientrano nel sistema misto devono accettare il calcolo interamente contributivo della pensione, portando così ad una riduzione dell’assegno rispetto a quanto si percepirebbe con le regole della pensione di vecchiaia o della pensione anticipata ordinaria.
Per aspirare a una pensione cospicua, è indispensabile accumulare un consistente ammontare di contributi versati nel corso della vita lavorativa. Questo “tesoretto pensionistico” si costituisce, per i lavoratori dipendenti, accantonando mensilmente il 33% della retribuzione, perciò non sono sufficienti stipendi elevati negli ultimi anni di carriera: è cruciale che la retribuzione media sia stata alta e costante per l’intera durata della vita lavorativa.
Ad esempio, per ottenere una pensione lorda di circa 2.500 euro al mese con il sistema contributivo puro, è necessario aver accumulato un montante contributivo di circa 700.000 euro. Coloro che hanno maturato un elevato montante contributivo e scelgono di accedere alla pensione anticipata tramite Quota 103 (con un’età minima di 62 anni e 41 anni di contributi) devono considerare alcuni fattori che possono penalizzare l’assegno pensionistico.
Il calcolo interamente contributivo della pensione, basato unicamente sui contributi versati e non sulle ultime retribuzioni, comporta come detto all’inizio, una riduzione permanente dell’importo pensionistico. A differenza di altri sistemi, questo calcolo non viene riconsiderato al raggiungimento dei 67 anni, mantenendo l’assegno pensionistico inferiore per tutta la durata della sua erogazione.
Al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia (attualmente 67 anni), l’INPS effettua un ricalcolo della prestazione pensionistica e se, in base ai contributi effettivamente versati, il pensionato ha maturato il diritto a un assegno superiore al limite precedentemente applicato, questo importo maggiore gli verrà riconosciuto, eliminando il vincolo delle quattro volte il minimo INPS.
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