Da Senior Italia FederAnziani una campagna per combattere l’ipercolesterolemia e migliorare la qualità della vita
Che rapporto c’è tra il colesterolo LDL e malattie cardiovascolari come infarto e ictus? Qual è la dieta migliore per tenerlo sotto controllo? Perché è importante smettere di fumare e mantenersi in forma con un’attività fisica anche moderata? Come si diagnostica l’ipercolesterolemia? Le risposte a queste e molte altre domande in una campagna di comunicazione di Senior Italia FederAnziani rivolta agli over 65. La campagna, realizzata con il contributo non condizionante di Daiichi Sankyo, metterà in evidenza l’importanza della prevenzione dell’ipercolesterolemia, tanto più pericolosa perché asintomatica e quindi impercettibile da chi ne soffre, e aiuterà i pazienti che ne sono affetti ad affrontarla con uno stile di vita che consenta di gestirla meglio. I contenuti saranno diffusi attraverso i canali web e social di Senior Italia FederAnziani, raggiungendo con un linguaggio semplice e immediato gli over 65 con lo scopo di accrescere la loro consapevolezza sul tema dell’ipercolesterolemia.
In tutta Europa ogni anno sono 4 milioni i decessi causati da malattie cardiovascolari, 111 miliardi gli euro spesi annualmente per l’assistenza sanitaria legata a queste patologie, e l’ipercolesterolemia nelle donne e negli uomini europei ha una prevalenza del 54%: la percentuale più alta del mondo.
Eppure numerose evidenze oggi disponibili dimostrano in modo inequivocabile come la riduzione dei livelli plasmatici di colesterolo-LDL (C-LDL) riduca il rischio cardiovascolare: ad una riduzione di 40 mg/dl di C-LDL è associata una riduzione del 20-25% di mortalità per cause cardiovascolari come infarto e ictus. Ciò fa del C-LDL la componente lipidica con il maggior effetto patogenetico documentato sugli eventi coronarici e quindi il più importante bersaglio sia nelle strategie di prevenzione che terapeutiche. Infatti l’ipercolesterolemia, insieme a ipertensione, obesità, e abitudine tabagica, è uno dei principali fattori di rischio modificabili con un cambio nello stile di vita: un’alimentazione sana, per esempio, può ridurre il colesterolo nel sangue fra il 5% e il 10%, diminuendo così anche il rischio di malattie cardiovascolari.
Numeri ed evidenze scientifiche che hanno indotto gli specialisti europei a modificare le linee guida ESC/EAS (European Society of Cardiology/European Society of Atherosclerosis) per la gestione delle dislipidemie, abbassandoulteriormente i valori target ottimali di colesterolo-LDL nel sangue: 116 mg/dL per pazienti a basso rischio cardiovascolare, 100 mg//dL per soggetti a rischio moderato, 70 mg/dL per i pazienti ad alto rischio (con dislipidemie familiari, diabete, ipertensione o insufficienza renale) e 55 mg/dL per quelli a rischio molto alto (che hanno già subito infarto, ictus o altro evento cardiovascolare).
In Italia, da un’analisi condotta dall’Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare (OEC)/Health Examination Survey (HES), sulla popolazione di età compresa fra 35 e 74 anni tra il 1998 e il 2012, è emerso che il valore medio del colesterolo totale è aumentato significativamente sia negli uomini (da 205 a 211 mg/dL) che nelle donne (da 207 a 217 mg/dL). Anche la prevalenza di ipercolesterolemia è aumentata nei due generi, passando dal 20,8% al 34,3% negli uomini e dal 24,6% al 36,6% nelle donne.
La campagna è realizzata con il contributo non condizionante di: