Nel gatto è il segreto della longevità e della buona vita, come sanno bene i senior italiani, sempre più propensi a condividere la propria vita con un felino: in Italia, infatti, sono 1.838.832 gli over 65 che possiedono un gatto, un numero che insidia da vicino il primato dei cani (1.920.264) nel cuore dei proprietari senior di Pet. Un popolo di senior quindi che si appresta a festeggiare l’amato felino, domani 17 febbraio, nella Giornata Nazionale del Gatto, una dovuta ricorrenza istituita per celebrare le sue virtù, la sua unicità, il suo grande posto nel cuore degli amanti dei Pet.
Secondo il centro studi Senior Italia FederAnziani, 9 italiani su 10 tra gli over 65 che possiedono un animale da compagnia ritengono che vivere con un pet abbia un impatto positivo sulla propria salute e sul proprio umore, riduca la sensazione di solitudine e aumenti la serenità. Oltre il 70% dichiara inoltre di considerare gli animali che vivono con loro come membri della famiglia a tutti gli effetti. 7 anziani su 10 che invece non vivono con un cane o un gatto sono convinti che la propria vita potrebbe migliorare grazie alla loro compagnia.
Il gatto è preferito soprattutto al Nord Italia: dichiarano di averne almeno uno il 32,8% degli abitanti del Nord-Ovest e il 32% di quelli del Nord-Est, e da quanti hanno un’età tra i 25 e i 34 anni (34%). Certo, possedere un gatto costa, ma la spesa per il mantenimento del Pet è anche da considerarsi come un investimento in salute e qualità della vita. Ma quanto spendono gli italiani per un gatto? La spesa food media annua per singolo gatto è di 151 euro, quella per la lettiera di 120 euro, quella veterinaria di 50 euro. (Fonte: Centro Studi Senior Italia FederAnziani). I senior vi investono una parte non trascurabile della pensione, giudicando la compagnia del pet “importante” nel 93% dei casi. La spesa annuale per la cura dei gatti da parte dei “nonni” italiani è pari a 596.949.087 euro. Le vendite totali food per il gatto nel 2020 tra gli over 65 sono state pari a 278.498.031 euro, quelle per la lettiera 17.635.932 euro, quelle per la salute 91.941.600 euro.
Dai dati di Senior Italia FederAnziani risulta che i possessori di gatti frequentano il veterinario meno di quelli di cani. Il veterinario resta tuttavia il punto di riferimento più autorevole e riconosciuto per la salute e la nutrizione del proprio gatto, anche se vi è ancora una percentuale troppo alta che non si rivolge a lui in maniera costante. Nonostante una comunione di pareri sull’autorevolezza della figura professionale, più del 50% si affida alla TV, al passaparola o ad altre figure come il toelettatore per chiedere informazioni. Circa 5 persone su 10 ammettono di rivolgersi al veterinario solo 1 volta all’anno.
Come inizia il rapporto tra animale e senior? Nell’80% dei casi, l’animale domestico entra in famiglia perché regalato da un parente o un amico o perché amorevolmente viene accolto in casa un trovatello: una percentuale che sfiora l’80% per quanto riguarda il gatto. Residuale è invece ancora la percentuale di chi oggi in Italia si rivolge al gattile per adottare un micetto.
Il tempo trascorso insieme da chi già vive l’esperienza della convivenza è considerevole: più della metà degli intervistati dichiara di trascorrere 4 ore al giorno di media con il proprio gatto, la maggior parte delle quali dedicate alle coccole e alla sua alimentazione. Gioca con il proprio gatto ogni giorno il 71,4% dei rispondenti possessori di un gatto.
Ma quale impatto ha tutto questo sulla salute dei senior? Senz’altro positivo. Diversi studi in letteratura hanno registrato che la pressione sanguigna sia sistolica che diastolica era significativamente inferiore negli arruolati con un animale domestico (cane o gatto) rispetto a quelli senza. Secondo uno studio pubblicato dalla American Psychological Association, la presenza di un animale domestico inciderebbe significativamente sulla personalità del padrone: su 215 soggetti analizzati, i possessori di animali domestici hanno registrato maggior stima di sé stessi (+6%) e minor incidenza di depressione (-5,73%) rispetto a coloro che non possedevano animali domestici. La sola presenza di un gatto, dunque, contribuisce alla riduzione dell’ipertensione oltre a rappresentare un efficace mezzo di contrasto della solitudine e della depressione. Un vero e proprio toccasana quindi, il gatto, per il cuore e per la felicità di chi gli sta vicino, ad ogni età.